Non ci sono avvenimenti degni di nota, fino circa al compimento dei 20 anni, quando insoddisfatto di non riuscire ad inserirsi nella società civile, per placare la sua anima inquieta, abbandona tutto e intraprende un viaggio intorno al mondo che lo porterà a toccare i luoghi più remoti del pianeta.
Di questo periodo abbiamo poche notizie, più volte fu dato per disperso o peggio per morto, salvo poi riapparire in qualche punto del pianeta vivo e vegeto. Questo continuo vagabondare gli fece avere più volte problemi con la legge, non si contano le segnalazione e gli arresti per vandalismo o oltraggio.
Tappa importante per la formazione di F.I. fu Haiti, dove venne a contatto con il Voodoo.
Introdotto in questa religione sincretica affiancò spesso gli Oungan (sacerdoti) in riti di vario tipo cercando di capirne il significato ancestrale.
Elementi di questa esperienza sono spesso presenti nei suoi dipinti sotto forma di simboli o scritte .
Tornato nella sua terra natia ormai trentacinquenne, mentre si trovava in una lavanderia a gettoni e rifletteva in senso lato sulla vita, alla centrifuga si rese conto di aver perso sè stesso o forse di non aver mai capito chi fosse questo famoso sè stesso.
La leggenda narra che fu in quel momento che una gobba donna anziana, apparsa dal nulla, gli disse: “Ragazzo la spiegazione è nel deserto” (per poi sparire).
Sull'episodio si sono sprecati fiumi di parole. La tesi più accreditata è quella che il Diavolo invocato da F.I., gli sia apparso sotto mentite spoglie e abbia concluso con lui il famoso patto, rivelando in cambio della sua anima, la strada da seguire.
Illuminato da questo incontro partì alla volta di quello che nel suo immaginario doveva essere il “posto” giusto: il deserto del Mojave, tra California e Messico.
Qui, ispirato dal paesaggio tanto sognato, e (come successivamente ammise) aiutato dallo spirito di Frida Kahlo, inizia un’intensa produzione artistica. Affascinato dalle culture tribali del luogo stringe legami con sciamani, vagabondi come lui in quella terra di confine.
F.I. comincia così un lungo periodo fatto di peyote, tequila e riti sciamanici sempre accompagnato da tre fedeli “Mariachi”.
Senza fissa dimora, il gruppo vagabondeggia dormendo all'aperto in vecchi cimiteri indiani o in motel sgangherati in mezzo al deserto. In un’intervista lui stesso dichiarò di essersi ritrovato lì dove nessuno lo avrebbe mai cercato.
Tutto questo durò circa cinque anni, quando una mattina di primavera il suo corpo fu trovato senza vita in un cespuglio di jojoba. Le cause della morte sono secretate e risultano ancora oggi oscure.
La bara bianca, mentre stava per essere rispedita ai suoi famigliari, fu trafugata dai tre Mariachi e da un suo caro amico sciamano, trasportata nel deserto e bruciata sotto uno splendido cielo stellato, come Fabrizio aveva richiesto.
Ancora oggi, chi si avventura lì, giura di averlo visto aggirarsi tra le piante di yucca; ma questa è un’altra storia…